PROGETTO P.I.P.P.I.
Il Programma nasce all’interno della logica sperimentale della Legge 285/97 e rappresenta il tentativo di creare un raccordo tra istituzioni diverse, tra professioni e discipline degli ambiti del servizio sociale, della psicologia e delle scienze dell’educazione, che solo insieme possono fronteggiare la sfida di ridurre il numero dei bambini allontanati dalle famiglie.
Il Programma P.I.P.P.I. è il risultato di una collaborazione tra il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, il Laboratorio di Ricerca e Intervento in Educazione Familiare dell’Università di Padova, i servizi sociali e di protezione e tutela minori nello specifico, come le cooperative del privato sociale.
Il Comune di Cittaducale (prov. di Rieti) ha aderito a P.I.P.P.I.
Il Programma nasce all’interno della logica sperimentale della Legge 285/97 e rappresenta il tentativo di creare un raccordo tra istituzioni diverse, tra professioni e discipline degli ambiti del servizio sociale, della psicologia e delle scienze dell’educazione, che solo insieme possono fronteggiare la sfida di ridurre il numero dei bambini allontanati dalle famiglie.
Finalità generale di P.I.P.P.I. è infatti quella di innovare le pratiche di intervento nei confronti di famiglie multiproblematiche, negligenti rispetto alla cura e all’educazione dei propri figli (da 0 a 11 anni), con l’intento di ridurre il rischio di allontanamento dei bambini dal nucleo familiare d’origine, articolando in modo coerente fra loro i diversi ambiti di azione coinvolti intorno ai bisogni dei minori e tenendo in ampia considerazione la prospettiva dei genitori e dei bambini stessi nel costruire l’analisi e la risposta a questi bisogni. L’obiettivo primario è dunque aumentare la sicurezza dei bambini e migliorare la qualità del loro sviluppo.
P.I.P.P.I. perché?
Ormai non ci sono più dubbi, l’infanzia è il periodo fondamentale per la crescita della persona umana. Il bambino nel suo percorso di crescita incontra persone, vede cose, prova emozioni e ogni volta ha bisogno di qualcuno che lo aiuti a dare un nome/capire a tutte queste novità.
La famiglia è il luogo privilegiato dove fare e riportare tutte queste esperienze, per imparare da esse e dar loro un significato. E i genitori hanno il difficile compito di guidare i propri figli, di ascoltarli e supportarli.
Ma allora: quanto è difficile fare i genitori! Per di più, genitori non si nasce, si diventa! Così ogni genitore, in ogni momento, può sentire il bisogno di essere sostenuto e aiutato, ma a volte nella vita può succedere di incontrare dei momenti critici. Anche in tali momenti, l’importante è trovare in sé e nelle persone che ci sono vicine, nei servizi che la comunità ci mette a disposizione, quelle risorse che, anche nelle situazioni più complesse, ci permettono comunque di prenderci cura dei figli in maniera positiva.
P.I.P.P.I. che cos’è?
P.I.P.P.I. è un programma di intervento rivolto a famiglie, con figli di età compresa tra gli 0 e gli 11 anni, che si trovano a fronteggiare situazioni impegnative in cui può risultare difficile garantire ai bambini le condizioni adeguate per la loro crescita. La finalità di P.I.P.P.I. è costruire una alleanza tra tutte le persone che hanno a cuore la crescita dei bambini per aiutare i genitori a continuare a vivere insieme ai propri figli nel migliore dei modi possibili. In Italia infatti esiste la legge 149 che all’articolo 1 garantisce il diritto di ogni bambino a crescere ed essere educato nell’ambito della propria famiglia. Anche all’interno della comunità Europea ci sono diverse normative che impongono agli stati la responsabilità di creare le condizioni per aiutare sempre i genitori a educare e far crescere i loro bambini, attraverso il contributo dei servizi del territorio e della comunità.
P.I.P.P.I vuole creare uno spazio di incontro e collaborazione tra i genitori, i parenti e le persone vicine alla famiglia, gli assistenti sociali, gli psicologi, gli educatori e gli insegnanti che quotidianamente accompagnano i genitori e i loro bambini. P.I.P.P.I. inizia dopo che il servizio territoriale responsabile del programma ha incontrato la famiglia interessata, le ha presentato il programma e insieme hanno valutato che P.I.P.P.I. può essere utile per migliorare la situazione.
P.I.P.P.I. un nome che è un programma!
P.I.P.P.I. significa Programma di Intervento Per Prevenire l’Istituzionalizzazione. In Italia, grazie alla legge 149, non si istituzionalizza, per lo meno dal 2001. Con questa parola “vecchio stile” non si intende prevenire che i bambini vadano negli “istituti” che, appunto, oggi non ci sono più, ma si vuole dire che lo scopo di P.I.P.P.I. è la prevenzione di tutte le forme di “istituzionalizzazione” che possono essere ancora presenti dentro le pratiche dei servizi sociali, ad esempio la burocratizzazione, i ritardi, le inefficienze, gli scoordinamenti, le rigidità, la scarsità di informazione, di rendicontazione e di trasparenza verso le famiglie, ecc.
L’obiettivo di P.I.P.P.I. quindi in primo luogo è garantire ad ogni bambino il diritto a:
-un’analisi approfondita e di qualità della sua situazione familiare attraverso l’ascolto e la conoscenza reciproca tra famiglia e servizi,
– un progetto di intervento coordinato tra tutti gli attori che sia realmente pertinente ai bisogni della famiglie e concretamente realizzabile in modalità e tempi condivisi tra famiglia e operatori.
Ma l’acronimo P.I.P.P.I. ci ricorda prima di tutto l’allegria, la simpatia e la forza di Pippi Calzelunghe, una bambina che viveva da sola in una casa in rovina e con una situazione familiare alquanto insolita.
Pippi Calzelunghe è il simbolo che meglio rappresenta il programma P.I.P.P.I. perché in esso si vuole valorizzare la forza dei bambini che vivono in situazioni familiari insolite e che hanno difficoltà a rispondere in modo adeguato ai normali bisogni di crescita dei loro figli.
Quindi le lettere di P.I.P.P.I. ricordano a operatori e famiglie che si vuole lavorare insieme per Promuovere Indipendenza Partecipando e Progettando Insieme.
Cosa si fa in P.I.P.P.I.?
-Progettazione condivisa: famiglia e operatori progettano insieme i cambiamenti che sono necessari a migliorare le condizioni di vita del bambino e della famiglia tutta e le azioni per realizzarli
-Percorsi educativi in famiglia: per individuare modalità per star bene con i propri figli insieme ad un educatore che può venire in casa secondo orari e tempi concordati con ogni famiglia
-sostegno sociale (famiglie d’appoggio): per trovare anche fuori dal proprio nucleo familiare amicizie e aiuto concreto nella vita di tutti i giorni
-gruppi con i genitori e con i bambini: per promuovere momenti di confronto e condivisione sulle questioni legate all’essere famiglia insieme ad altre famiglie
-partenariato tra scuola, famiglia e servizi: per creare una rete di scambio e pensare azioni comuni con tutte le persone coinvolte nell’educazione del bambino
Che cosa fa la famiglia?
P.I.P.P.I. riconosce la centralità del genitore nell’educazione dei bambini. Per questo ogni genitore partecipa insieme agli altri operatori a ogni decisione che riguarda sé e i propri figli. Prendere parte a P.I.P.P.I. significa:
-individuare insieme agli operatori i bisogni del bambino e le azioni da fare per soddisfarli
-partecipare agli incontri e alle diverse attività previste con gli operatori
-rispettare gli impegni concordati
-completare gli strumenti pensati per comprendere meglio la propria situazione e modificarla come stabilito.
Chi c’è in P.I.P.P.I.?
Sono presenti diverse figure professionali che verranno di volta in volta definite a partire dalle necessità della famiglia, quali assistenti sociali, educatori, psicologi e insegnanti.
P.I.P.P.I. è sostenuto dal Ministero delle Politiche Sociali e del Lavoro e coordinato dal Laboratorio di Ricerca e Intervento in Educazione Familiare (LabRIEF) dell’Università di Padova che aiuterà a trovare il metodo migliore perché le diverse azioni previste servano davvero a migliorare la situazione di ogni famiglia.